I primi passi della comunità Il Mandorlo
Nella Lettera agli Ebrei si menzionano diversi testimoni che ci incoraggiano a «[correre] con perseveranza nella corsa che ci sta davanti» (Eb 12,1). [...] Siamo invitati a riconoscere che siamo «circondati da una moltitudine di testimoni» (Eb 12,1) che ci spronano a non fermarci lungo la strada, ci stimolano a continuare a camminare verso la meta. E tra di loro può esserci la nostra stessa madre, una nonna o altre persone vicine (cfr. 2Tm 1,5).
I PRIMI PASSI DI DON LUCA
«Quanti ragazzi ci sono quest’anno al Mandorlo?» è la domanda che più spesso mi è stata rivolta nelle ultime settimane. So che in questa domanda c’è la preoccupazione per il futuro del ministero presbiterale nella nostra diocesi, prima del desiderio di misurare tutto in base ai numeri. Rispondo anche qui: «Un ragazzo». Si chiama Filippo, ha 20 anni e proviene dalla parrocchia di Cornedo. Potrei dire che siamo in due, sentendomi anch’io parte di questa comunità; potrei anche dire «tre», contando il nostro padre spirituale don Matteo Lucietto... ma la sostanza non cambia!
Se il Signore ha disposto così, nonostante tante preghiere fatte e chieste durante l’estate perché Filippo avesse almeno un compagno di cammino, mi fido. E insieme a lui facciamo esperienza di questa singolare vita comunitaria, più esigente per entrambi, dove i ruoli non possono essere troppo distinti, dove le nostre vite si contaminano con particolare intensità.
Allo stesso tempo, fin dall’inizio, abbiamo sentito l’esigenza di un’appartenenza più ampia: nella famiglia del Seminario, nella vita di Ora Decima e delle persone che stiamo incontrando per essere arricchiti dalla loro esperienza di ricerca di Dio e di servizio alla Chiesa. Abbiamo bussato fino alla comunione dei santi, che ci accompagnano nella preghiera Venite e vedrete aperta a tutti un venerdì al mese.
don Luca Lunardon
I PRIMI PASSI DI FILIPPO
Il 26 settembre è ufficialmente iniziata la vita comunitaria al Mandorlo. Quest’anno sono l’unico ragazzo a far parte di questo percorso e confesso che l’anno scorso la prospettiva di poter essere da solo mi spaventava, ma sto sperimentando che è un cammino in cui il Signore ci circonda con una “moltitudine di testimoni” (cfr. Eb 12,1) che ci accompagnano e ci aiutano a conoscerLo e a fidarci di Lui.
Prima di tutto mi viene da pensare ai santi “ufficiali”, che ci stanno accompagnando anche nel nostro percorso Venite e Vedrete, la preghiera mensile del Mandorlo. Quest’anno infatti abbiamo scelto di approfondire la tematica della santità, guidati dalle parole di papa Francesco e dalle vite di alcuni santi, come Francesco d’Assisi e Charles de Foucauld. Penso anche a Maria Bertilla Boscardin, santa vicentina di cui ricorre il centenario della morte, che siamo andati a trovare a Treviso il 24 ottobre, come comunità del Mandorlo.
Sono figure che a volte possono sembrarci distanti, quasi dei “supereroi” belli ma irraggiungibili, e invece erano uomini e donne come noi, con i loro pregi e difetti, che hanno lasciato che il Signore impregnasse la loro vita. Avevano ognuno il proprio carattere, le proprie passioni, i propri sogni e progetti, un cibo preferito, amici e parenti a cui erano particolarmente legati… In mezzo a questo hanno fatto entrare il Signore, capendo che la loro vita poteva essere sensata e felice sono se scritta insieme a Lui, e ci invitano tutti a fare lo stesso.
Come dice anche papa Francesco, però, tra i testimoni che ci circondano ci sono anche tante persone che incontriamo nella quotidianità. Penso prima di tutto alla mia famiglia e ai capi scout, che mi hanno accompagnato nella crescita e nella scoperta di Dio; penso ai tanti preti, a quelli conosciuti in parrocchia e a quelli che ora stiamo incontrando come Mandorlo; penso ai giovani che studiano con me a Padova alla Facoltà teologica, in particolare a quelli che stanno vivendo anche un percorso di formazione in seminari o congregazioni religiose. Sono grato per la presenza di tutte queste persone, che accompagnano questo mio cammino del Mandorlo, testimoniando la bellezza dell’essere Chiesa e di una vita donata al Signore.
Filippo Nassi